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I problemi politici e sociali dell'Africa contemporanea non consistono soltanto nell'artificiosità dei confini nazionali o nell'ingiusta organizzazione economica, ma derivano soprattutto dall'eredità amministrativa coloniale. Le amministrazioni coloniali, dispotiche e fortemente decentrate, hanno prodotto precise identità politiche e culturali in Africa sub-sahariana: razziali ed etniche. Se la manipolazione razziale è stata sostanzialmente superata con gli ordinamenti giuridici post-indipendenza, l'identità etnica è sopravvissuta all'ondata nazionalista. In questo lavoro, gli Stati africani indipendenti, nella loro varietà, sono analizzati e descritti in base al grado d'emancipazione dall'eredità politica coloniale. Il libro spiega come durante la guerra fredda certe ideologie abbiano tentato di superare la coincidenza tra confini politici e culturali presente nell'idea di Stato nazionale. Alcuni governi post-coloniali sono stati più determinati di altri a riformare la legge, le istituzioni e le amministrazioni, spogliandole del carattere da cui origina l'esclusione etnica. L'analisi della situazione politica odierna mostra come neppure la democratizzazione abbia portato a risultati migliori, rispetto agli autoritarismi post-coloniali, quanto a inclusione sociale e fine del nativismo. Ne è prova l'aumento delle crisi soprattutto in concomitanza di processi elettorali.